IL POTERE CATALIZZATORE
DELLA MUSICA DEL VUOTO

La capacità della musica di agire sulla psiche non è certamente una novità, in quanto la musicoterapia esiste ed è usata in molte occasioni di cura dei disturbi psicosomatici. Oggi infatti con la musica vengono curate tanto depressioni psichiche quanto disturbi cardiaci e molte cliniche specializzate non disdegnano di applicarla accanto a tecniche mediche ortodosse.
Tuttavia occorre precisare che l'azione prodotta dalla musica del Vuoto non ha nulla a che vedere con gli effetti della musica ordinaria per quanto quest'ultima possa essere efficace.
La musica del Vuoto non porta solamente a una condizione di benessere psicofisico ma catalizza anche, e sopratutto, l'accesso all'esperienza del silenzio interiore che per il meditante rappresenta la porta esperienziale sull'infinito.
Se è vero che può essere utile far ascoltare una marcia trionfale o un motivo allegro ad una persona depressa per scuoterla e una musica rilassante ad una persona stressata, è anche ben vero che, così facendo, la musicoterapia applicata non risolve le patologie alla radice nè in maniera permanente.
La musica ordinaria non fa altro che agire sul piano emotivo del paziente, coinvolgendolo in una somatizzazione positiva che lo porta ad una apparente guarigione, assolutamente precaria e disastrosa, in caso di ricaduta, per il morale dello stesso paziente.
Al contrario, la musica del Vuoto è in grado di operare in maniera concreta e in profondità, alla radice della patologia, agendo con effetti riflessologici sul cervello, nel caso di una terapia psicofisica, e con una sollecitazione archetipale sul piano esperienziale dello spirito. In questo modo essa sollecita una effettiva armonizzazione dei tre piani umani di corpo-mente-spirito effettivamente reali e, ciò che più conta, la stabilizza in forma permanente.
Nella logica compositiva ordinaria il compositore trasmette, attraverso la sequenza delle note, un messaggio che corrisponde ad una propria intuizione emotiva. Chi ascolta non può ricevere altro che questo messaggio e parteciparvi sul piano della stessa dimensione emotiva del compositore. La musica, in questo caso, diviene un fattore culturale che può operare solamente nell'ambito di una medesima dimensione culturale. Così esiste la musica latina, la musica indiana, quella araba, quella giapponese, ecc.
Nella musica del Vuoto, al posto dell'intenzione del compositore, c'è l'archetipo del Vuoto ovvero la qualita' esistenziale dello Shan, espresso in un fonema che per una parte è d'ordine matematico e per il resto di pura esperienza. Chi l'ascolta è sollecitato all'evoluzione di tutto il suo essere. Il corpo e la mente si rimodelleranno su archetipi armonici in grado di produrre salute e benessere. Il piano esperienziale dello spirito si troverà ad essere sollecitato e facilitato ad un risveglio interiore che lo porterà ad affacciarsi sul mistero del Vuoto. La musica del Vuoto si rivela in tal modo nella sua qualità di efficace strumento esperienziale in grado di operare come una sorta di agopuntura dell'interiore che opera sul piano globale dell'individuo.
Ovviamente, la musica del Vuoto non può sostituirsi all'esperienza diretta dell'individuo, ma svolge lo specifico ruolo di elemento catalizzatore della sua esperienza spirituale che è in grado di consentirgli un naturale accesso alla dimensione del silenzio interiore, la realta' dell'esistenza percepita sul piano dello spirito.
La musica del Vuoto e' stata oggetto anche di ricerca in campo strumentale e i risultati hanno confermato la rilevazione soggettiva di coloro che la applicavano. Sotto monitoraggio EEG e' risultata ad esempio la produzione di onde cerebrali di tipo alpha, ovvero quelle del rilassamento e del benessere psicofisico, e onde cerebrali di tipo theta, solitamente molto piu' rare da rilevare e che sono in relazione alla manifestazione di stati di coscienza propri della meditazione profonda.
Oggi la musica del Vuoto e' sperimentata nelle scuole come importante supporto per l'attivita' di corsi tesi all'ottenimento di un migliore rendimento dell'attenzione e della capacita' di studio scolastico degli allievi. Non mancano le applicazioni di supporto anche da parte di vari enti culturali che nella proposta di discipline introspettive trovano nella musica del Vuoto un valido contributo per il loro lavoro.


Come utilizzare la musica del Vuoto.

L'utilizzo della musica del Vuoto non presenta particolari difficoltà. Il suo ascolto deve essere attuato in una condizione particolare di disponibilitaà personale che permetta di recepirne gli effetti terapeutici.
Questa condizione è sancita da due importanti elementi esperienziali:

  1. l'attuazione di una disponibilità esteriore, facilitata ad esempio dal fatto di assumere una postura a gambe incrociate, comodamente seduti su un cuscino.

  2. l'attuazione di una disponibilità interiore, facilitata dalla consapevolezza e dalla chiarezza cognitiva dell'esperienza intrapresa.

Utilizzare in seguito la musica del Vuoto è facile. Basta sedersi e ascoltarla senza seguire la melodia, per quanto possa essere affascinante, lasciandosi avvolgere da essa come in un bagno purificatore. E' la musica stessa che opera, ponendosi come uno specchio in cui le deformazioni psicofisiche e esperienziali sono corrette, per presentare alla coscienza il giusto modello armonico a cui aderire, in sintonia con la natura reale dell'esistenza.
Non occorre un lungo tempo di applicazione per realizzare una esperienza personale a mezzo della musica del Vuoto. E' sufficiente sedersi in postura, senza avere fretta né avere aspettative, quindi disporsi all'ascolto della musica. La sua struttura particolare si offrirà al cervello come una sorta di riferimento di base sul quale il cervello stesso andrà a confrontarsi per armonizzarsi nelle carenze patologiche in atto. Un meccanismo semplice e naturale che non richiede nient'altro che la volontà di recuperare il proprio giusto benessere.
La musica del Vuoto non impone una azione plasmante sull'individuo. Non agisce, come la musica ordinaria, attraverso stati emotivi che possono attivare o calmare la psiche. La sua azione è quella di indurre una risposta armonizzatrice, completamente naturale, sulle funzioni di base dell'attività cerebrale che investono tutto l'organismo dell'individuo, dal piano fisico a quello mentale, producendo una inevitabile esperienza sul piano spirituale.
Meditare con la musica del Vuoto consente di ottenere già da subito, sia per i principianti che per coloro che già praticano da tempo, i benefici che sono propri della meditazione, secondo le proprie esigenze personali. Senza essere costretti a gravosi impegni di tempo e di ipoteca devozionale. Ma sopratutto consente di poter meditare in completa libertà.


Un accesso libero e personale alla meditazione.

La musica del Vuoto è nata espressamente per essere utilizzata nell'ambito dell'esperienza della meditazione.
Migliaia e migliaia di anni orsono, l'antica civiltà dello sciamanesimo solare nel corso del suo sviluppo sul pianeta, di cui ci rimangono ancora oggi le estese vestigia megalitiche, intese utilizzare questa musica per divulgare sui continenti l'esperienza della meditazione e renderla facilmente accessibile in qualsiasi condizione culturale essa potesse essere proposta.
Ancora oggi, nel nostro tempo, l'uso della particolare musica del Vuoto rimane e costituisce una importante e insostituibile occasione per potersi accostare per la prima volta alla pratica della meditazione, secondo le proprie specifiche esigenze individuali, senza dovere sostenere l'impegno e i rischi di un training didattico.
Occorre, infatti, precisare che per quanto la meditazione sia una esperienza naturale e quindi di facile accesso a chiunque voglia sperimentarla e viverla, purtroppo per via dei numerosi condizionamenti dell'ovvietà quotidiana, che tengono lontani dall'esperienza del piano reale dell'esistenza, spesso è necessario doverla reimparare.
Pertanto per apprendere la corretta pratica della meditazione spesso è necessaria l'attuazione di un serio training didattico.
Tuttavia questo fatto comporta una serie di problemi da non sottovalutare e che costituiscono in primis il motivo per cui il pubblico si accosta ad essa con difficoltà e qualche volta anche con diffidenza.
Nel corso di un qualsiasi training didattico, giustamente necessario, per l'apprendimento delle tecniche della meditazione può accadere, se non si hanno le idee chiare, di essere sottoposti ad una serie di pesanti inconvenienti che possono portare ad inibire o addirittura impedire l'idoneo utilizzo della meditazione.
Si possono identificare nell'azione di tre precisi elementi di interferenza esperienziale:

  1. essere soggetti alla richiesta di un considerevole impegno personale, da parte dell'ente didattico del caso, di tempo e di denaro. Un impegno che non sempre ci si può permettere.
    Molti enti dicono di insegnare la meditazione ma in realtà, soggetti ad una logica di potere dei loro responsabili che nella meditazione vedono solo una fonte di affari da fare alle spalle della buona fede dei propri associati, mirano a dilazionare l'insegnamento per produrre una aspettativa che porti alla dipendenza e per chiedere ingenti somme di denaro.

  2. essere coinvolti dalla natura confessionale o di lucro dell'ente che insegna le tecniche di meditazione. Troppo spesso chi la vuole praticare si trova ad essere coinvolto da proposte che non hanno nulla a che vedere con la stessa meditazione. Esistono infatti molte forme religiose, esoterismi e sette che propongono a modo loro l'esperienza della meditazione. E quanti la vogliono praticare, ignari della natura confessionale dell'ente che gliela propone, debbono accettare di farlo attraverso la pratica devozionale, rimanendo soggetti a morali di gruppo che certamente non favoriscono l'idonea attuazione dell'esperienza. Inoltre chi accetta questo inconcepibile ricatto si trova ad affrontare un cammino dominato dalla figura di maestri dalle rimembranze paterne e certamente non gestibile dalla parte dell'Allievo, destinato a rimanere per sempre tale, soggetto ad una disciplina ideologica e al potere di vertici alle volte sconosciuti.

  3. essere sottoposti all'estro di sedicenti maestri che, giustificando il loro operato con le necessità presunte dell'insegnamento, approfittano dei loro allievi, plagiandoli e usandoli per i loro fini personali.
    Ci sono infatti improvvisati maestri che insegnano la meditazione senza neppure avere idea di dove essa abbia inizio e di dove conduca.
    Spinti da un personale desiderio di affermazione sugli altri, costoro sfruttano abilmente l'innato bisogno umano di crescere esperienzialmente nell'esistenza, proponendo metodi empirici che sono essenzialmente tesi ad affermare il loro personale plagio morale.
    Affidarsi ad essi significa forse apprendere qualche nozione utile, ma al prezzo di essere guidati verso incognite pericolose per la dignità e l'integrità dell'individuo e per la idonea qualità della stessa esperienza della meditazione che si intende realizzare.

L'essere soggetti ad uno di questi tre elementi rende difficile l'accesso libero e lineare all'esperienza della meditazione e impedisce l'utilizzo immediato dei benefici psicofisici e spirituali che essa consente. Anzi decisamente li ostacola.
Tutto ciò, oltre a danneggiare chiaramente l'interessato, scoraggia anche l'approccio con l'importante strumento formativo che è rappresentato dalla meditazione.
D'altro canto ci si può chiedere come si può accedere all'esperienza della meditazione senza l'apporto di questo impegnativo training didattico. Anche se la meditazione rappresenta l'attuazione di un processo evolutivo che esiste liberamente in natura, riuscire a realizzare da soli, senza una guida, i benefici di uesta pratica può risultare quasi impossibile.

Meditare facile e in libertà con la musica del Vuoto.

Nella cosiderazione dei problemi derivanti dal necessario training di apprendimento didattico, la musica del Vuoto rivela il suo ruolo alternativo a questo stesso training proponendosi come elemento catalizzatore di supporto alla meditazione e sostituendosi di fatto alla figura dell'istruttore-maestro.
Attraverso l'utilizzo della musica del Vuoto, il meditante può infatti meditare da solo e senza indesiderati impedimenti, sperimentando l'esperienza di essere il solo maestro di se stesso. Una condizione esperienzialmente vantaggiosa, soprattutto nel primo approccio con la meditazione, quando non si è in grado di capire molto dell'esperienza che si sta affrontando, né dei termini metodologici con cui essa si deve sviluppre.
Per questo motivo la il New Earth Circle, nel suo intento di divulgare una esperienza libera da ipoteche di ogni genere, propone l'utilizzo della particolare musica dell'esoterismo dell'antico sciamanesimo solare come strumento personale per una meditazione senza vincoli e nel soddisfacimento reale dei propri bisogni spirituali.
Questa musica può servire, infatti, come una individuale guida interiore per una facile e utile pratica della meditazione, senza doversi necessariamente sottoporre agli inconvenienti di un qualsiasi training didattico, per lo meno nell'accesso propedeutico alla meditazione, consentendo una esperienza utile per muoversi in un secondo tempo alla ricerca di una sicura fonte di insegnamento, avendo gia' idea di ciò che si cerca e di ciò che si vuole trovare.
La meditazione con la musica del Vuoto può essere utile anche a coloro che già la praticano, ma incontrano delle difficoltà ad ottenere determinanti e immediati risultati per motivi di tempo e di attitudine personale. Oppure può risultare utile per quanti sentono il bisogno di mettere ordine nella loro lunga serie di esperienze autodidatte e discontinue e non sanno più che fare.
In ogni caso la meditazione con la musica del Vuoto può servire, più specificatamente, a coloro che cercano una prassi più semplice della meditazione stessa, che possa essere di supporto e che affianchi quella già praticata secondo metodi magari validi ma troppo complessi che rimandano al futuro, con tempi molto lunghi, i benefici e il benessere promessi o intravisti.