MITO E REALTA':
LA LEZIONE DI PLATONE

La cultura moderna tende a considerare i miti antichi come opera di fantasia e tutt'alpiu' come il riflesso di archetipi naturali e psicologici dell'individuo.
In realta' i popoli antichi usavano il mito come un particolare linguaggio per tramandare conoscenza attraverso le generazioni senza che venisse manipolata nel tempo e non si rendesse nota a persone non gradite.
Pertanto ogni mito costituiva la base di precisi e specifici insegnamenti su molti temi, da quelli filosofici a quelli di natura scientifica, quali erano praticati nelle scuole dei tempi antichi.
Ogni civilta' possedeva un suo linguaggio mitologico che spesso era portatore dello stesso tema, ma con modalita' di espressione completamente diversa.
Per questo i miti non sono racconti di fantasia. Si e' solo persa la chiave per leggerli correttamente e poter cosi' attingere al bagaglio di conoscenza di cui sono portatori.
Sicuramente non possedeva questa chiave il cristianesimo che mutuo' dal mito di Mithra la cometa, la grotta, il figlio di Dio, i re magi senza conoscere il loro reale significato. Senza conoscere il messaggio di conoscenza che era contenuto in quel mito mediorientale.
Se ci fossero dei dubbi su questa interpretazione dei miti e' sufficente leggere Platone. Lui e' inequivocabile, come testimone del suo tempo, a rivelare la vera realta' del significato e del ruolo del mito.


Da "I Dialoghi" di Platone
(Platone, nella sua opera, fa parlare un sacerdote egizio che riceve nel suo tempio, quale ospite e interlocutore, Solone, un viaggiatore proveniente dalla Grecia)

"... O Solone, Solone, voi Greci siete sempre fanciulli, e un Greco vecchio non esiste! Voi siete tutti giovani d'anima, perche' in essa non avete riposta nessuna vecchia opinione d'antica tradizione, nessun insegnamento canuto per l'eta'.
E il motivo e' questo. Molti e per molti modi sono stati e saranno gli stermini degli uomini: i piu' grandi per il fuoco e per l'acqua, altri minori per moltissime altre cagioni.
Perche' quello che anche presso di voi si racconta, che una volta Fetonte, figlio del Sole, avendo aggiogato il carro del padre, per non essere capace di condurlo per la via del padre, brucio' tutto sulla terra ed egli stesso peri' fulminato, questo ha l'apparenza di una favola, ma la verita' di cui parla e' la deviazione dei corpi che si muovono intorno alla Terra e nel cielo, e la distruzione per molto fuoco e a lunghi intervalli di tempo di tutto cio' che e' sulla terra......"

"....E quante cose sono avvenute o presso di voi o qui o anche in altro luogo, le quali sappiamo per fama, se qualcuna ve ne sia bella o grande o altrimenti insigne, sono state scritte tutte fin dall'eta' piu' antica qui nei templi e cosi' conservate.
Ma presso di voi o degli altri popoli non appena ogni volta si stabilisce l'uso delle lettere e di tutto quello ch'e' necessario alla citta', di nuovo irrompe impetuoso il diluvio celeste e lascia di voi solo gl'ignari di lettere e di muse, sicche' ritornate da capo come giovani, non sapendo niente di quanto sia avvenuto qui o presso di voi nei tempi antichi...."